Piangere, non serve

Piangere, non serve

Piangere, non serve 640 300 Stefano Aggravi

Lo scrive bene oggi Davide Giacalone su La Ragione nell’editoriale “L’armata europea” che pensare ad una difesa dell’Unione europea al di fuori della Nato è sostanzialmente assurdo. Quanto sta succedendo in Afghanistan dovrebbe portarci a pensare più al futuro che al recente passato. Le immagini e i filmati visti, la condizione delle donne dell’Afghanistan e gli attentati di ieri (e forse anche di domani) suscitano in noi sicuramente tanta tristezza e anche odio, ma non possiamo fermarci a quello.

Le lacrime di Biden e le tante non risposte alle domande sul futuro dell’Afghanistan hanno messo in luce una debolezza mai vista da parte degli Stati Uniti. Ma quel che più mi preoccupa è la debolezza dell’apparato. Dove è finito quell’establishment che contraddistingueva il più potente paese del mondo, quello che per molti resta il conquistatore vero del secolo scorso? Questo dovrebbe preoccupare tutti. Vedere oggi il gigante americano in forte difficoltà, colui al quale abbiamo sostanzialmente appaltato la gestione di intere aree del mondo, dovrebbe preoccuparci e non poco.

Credo sia del tutto inutile oggi cercare alacremente i colpevoli della crisi afgana, così come aggiungere colpe all’Amministrazione Biden sulla gestione del ritiro. Piuttosto da europeo mi chiedo quale sarà il futuro prossimo che ci attente. Con questa considerazione non voglio nemmeno entrare in un dibattito che consideri soltanto il grande problema dei profughi. Sarebbe anche in questo caso del tutto inutile.

Il vero problema che oggi dovrebbe preoccupare ogni singolo europeo è il futuro dei nostri confini. L’Afghanistan non è poi così lontano. I moniti di Obama e Trump sul fatto che gli USA non possono sobbarcarsi la gestione della sicurezza mondiale ora tornano alla mente.

Ecco dunque: cosa intende fare l’Europa?