Evidenti ragioni ci hanno portato, nel corso di questo anno che sta terminando, a porre la frontiera a Est dell’Italia sul fronte Ucraino. Non per scelta, non per interesse, bensì per timore che le cose potessero precipitare. Non lo abbiamo fatto certo a torto e il pantano invernale che sta rallentando l’operazione speciale di Putin, così come le evidenti difficoltà di avanzata (non mi soffermo oltre su di un tema molto più complesso), stanno ulteriormente complicando uno scenario già di per sé difficile.
L’Italia però, tenuta ferma l’attenzione sulla Libia, deve ricordarsi che i Balcani sono lì a pochi passi. Allo stesso modo l’Italia non deve dimenticarsi, quasi fosse un ricorso storico, delle manovre turche nel mediterraneo. Una Turchia che oltre al fronte siriano e alle mire sull’area mediterranea di fronte a Cipro e alla Grecia, si sta dedicando da tempo proprio alla Libia (così come anche la Russia). Ma non soltanto, anche nei Balcani il suo ruolo è tutt’altro che passivo.
Lo abbiamo già riportato in altri post e le notizie di stampa sul tema non mancano. Ecco che nel 2023 l’Italia dovrà necessariamente guardare a Est, là da dove arriveranno non pochi rischi, pericoli e noie tutt’altro che di rapida risoluzione. Il nuovo Governo lo sa e seppur timidamente, almeno da quel che emerge dalle notizie di stampa, se ne sta occupando.
Bisognerà fare di più e il coinvolgimento di altri partner europei – nel limite del possibile – dovrà esserci. Una missione e un obiettivo non di poco conto se si considera quel che stanno facendo alcuni di questi, in primis la Germania. In sintesi il paese con la presenza turca più importante d’Europa.
Insomma, ancora una volta, il pericolo arriverà da Est. La domanda che dovremo dunque porci è la seguente: sarà pronta l’Italia?
Buon 2023 e… #staybehind