Il grande pantano

Il grande pantano

Il grande pantano 1080 1080 Stefano Aggravi

Il grande pantano sta arrivando. Il grande pantano è quello in cui oggi (e forse anche domani) si troverà l’ennesimo esploratore della politica valdostana, Erik Lavevaz. La scorsa settimana si è infatti chiusa con l’ulteriore mandato esplorativo per trovare una quadra tra i 18 della compagine di maggioranza regionale.

Una novità? NO! È, infatti, dall’inizio di questa legislatura, dalle dimissioni dell’Assessore all’Ambiente che si protrae questo perenne stato di esplorazione. Ma dove porterà tutto questo? Forse ad un iniziale precario equilibrio politico – che novità! – ma poi, senza ombra di dubbio, arriverà il conto dell’operazione. Un conto che come ben sappiamo toccherà pagare a tutta la Comunità valdostana. Eh sì, perché se le letture che ognuno di noi può dare alle ultime elezioni politiche resta comunque “di parte”, la realtà dei fatti è che l’azione amministrativa regionale resta lenta, tragica e pesante.

L’unica certezza che oggi può dare una blindatura a 18 è quella su alcune poltrone, perché così certi equilibri – si sa – non possono cambiare. Nulla di più, perché i dossier sul tavolo sono tanti, complessi e spinosi e con troppe incertezze di parte.

“Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo”

Eraclito

Nel bene e nel male, sino ad oggi, i principali provvedimenti di questa compagine di maggioranza, quelli delle “leggi quadro”, dei piani che impegneranno i valdostani per decenni (vedi rifiuti, ospedale, sistema idrico, etc.), sono stati presi con poco coraggio, nessuna novità, bensì tanto ritardo, plurime modifiche (vogliamo parlare, ad esempio, delle norme in materia di enti locali..) e soluzioni volte a non cambiare davvero nulla.

Si può andare avanti così? Direi di no, direi pragmaticamente di NO! Sono troppi oggi i dossier che attendono da tempo risposte e che restano lì sul cammino di questa Legislatura. Un cammino ulteriormente accidentato dal grande pantano mondiale delle crisi geopolitiche (ed energetiche). Dunque, che fare?

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