La crisi dell’idrogeno

La crisi dell’idrogeno

La crisi dell’idrogeno 620 326 Stefano Aggravi

La chiosa finale fatta dal Presidente Lavevaz alla discussione sulla proposta di legge n. 22/2021 è diventata per i vari detrattori – ovviamente della legge – quasi un inno alla contrarietà. Una interessante spiegazione del “ciclo di vita” dell’idrogeno che però, spiace dirlo per gli entusiasti, poco ha aggiunto alla sostanza del discorso. Eh sì, perché alla fine quella proposta di legge la maggior parte della sua quasi-maggioranza l’ha sostenuta.

Quella legge, nel bene e nel male, è stata presentata, discussa e analizzata e poi votata (seppur a voto segreto) con buona pace di tutti. E qui è bene ricordare un ulteriore significato politico alla questione, molto importante. Questa legge non si è fatta da sola e una leadership forte (in maggioranza) forse l’avrebbe stoppata sul nascere. Non lo dico certo come membro dell’opposizione – che tra l’altro nelle potenzialità dell’idrogeno crede da sempre – bensì ripensando a quello che è successo ed alle reazioni dell’altra parte del tavolo (ancora in evoluzione).

C’è un dato di fatto, al di là delle lectio brevis consiliari, ovvero che una leadership forte non avrebbe “dato gambe” (cit.) ad un testo di legge con tali risvolti politici. E dunque delle due l’una o faceva comodo o la leadership non c’è!

Non sono certo le Forze di opposizione a dover rispondere a questa domanda, ma quel che vediamo oggi è una continua inazione amministrativa preoccupante per la Valle d’Aosta: perché ostinarsi dunque a questa instabilità?