L’Europa e le tasse /2

L’Europa e le tasse /2

L’Europa e le tasse /2 640 342 Stefano Aggravi

Tornando ai contenuti della già citata comunicazione della Commissione europea al Parlamento ed al Consiglio Tassazione delle imprese per il XXI secolo, questa conferma l’intenzione della Commissione di definire un quadro fiscale solido, efficiente ed equo per tutta l’Unione Europea. Un obiettivo che a detta della Commissione dovrà soddisfare tra l’altro le esigenze di finanziamento pubblico sostenendo al contempo la ripresa economica e la transizione ecologica (nonché digitale). Il tutto a favore della creazione di nuovi posti di lavoro e dell’attrattività di nuovi investimenti (equi e sostenibili). 

Fin qui qualcuno potrebbe dire che è tutto bellissimo. Nel proseguo – però – la Commissione sottolinea la necessità di definire un mix equilibrato di entrate fiscali secondo i principi di equità, efficienza e semplicità. Ancora tutto bellissimo!

Ecco poi le due priorità individuate dalla Commissione: crescita equa e sostenibile & tassazione efficace. La prima anche a favore delle politiche di Green deal e digitalizzazione per una ripresa economica inclusiva in linea con i principi del pilastro europeo dei diritti sociali. La seconda in termini di riscossione – presupposto, secondo la Commissione, per un’equa ripartizione del carico fiscale tra tutti i contribuenti – e di composizione del sistema fiscale. Ma qui viene il bello. Sì, perché proprio in termini di composizione si prevede che il futuro mix verrà influenzato da fenomeni quali il cambiamento climatico e la trasformazione digitale del mercato del lavoro ovvero anche dai seguenti fattori: (a) la riduzione del carico fiscale sul lavoro per sostenere l’occupazione; (b) l’adozione di misure tese a limitare l’uso inefficiente delle aliquote IVA ridotte e delle esenzioni; (c) il potenziamento di tasse comportamentali (ambientali e sanitarie); (d) la tassazione equa e efficace dei redditi da capitale, privati e societari; (e) l’adozione di misure di semplificazione; (f) il possibile ricorso a imposte ricorrenti sui beni immobili.

Bene. Nulla da eccepire sui punti a), d) e e), ma qualcosa in più sugli altri sì. Che cosa vuol dire oggi e che cosa comporterà la rivisitazione delle aliquote IVA ridotte e delle esenzioni? Che cosa si intende per “ricorso a imposte ricorrenti sui beni immobili”? Ma soprattutto (e qui il terrore pervade il mio “io”) che cosa si intende con “tasse comportamentali”?

Lascio a voi ogni fantasia ed ogni considerazione.. #staytuned