Nel corso dell’ultimo Consiglio regionale, insieme ad altri colleghi, abbiamo presentato una interpellanza per avere tempi certi da parte del Governo regionale sulle prossime scadenze di bilancio. L’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 è avvenuta con una finalità – lo si è detto fino allo sfinimento – puramente tecnica e nulla in più rispetto a quanto ci si era lasciati alle spalle. L’obiettivo unico è stato quello di poter “andare avanti” e scongiurare l’esercizio provvisorio.
In sede di presentazione della mia relazione di opposizione presentai quelli che sarebbero stati poi gli obiettivi principali su cui si è svolto il dibattimento sugli ordini del giorno che il Gruppo Lega Vallée d’Aoste ha presentato. Una serie di proposte concrete, in termini programmatori, per poter dare una prima risposta ai Valdostani e alle nostre imprese fortemente colpite dalle norme anti-Covid19.
Nel dettaglio, con il primo ordine del giorno abbiamo proposto all’attuale Governo regionale di dar corso ad una prima manovra di variazione al bilancio per poter impegnare subito quelle risorse che non sono state utilizzate dalla LR 8/2020 ovvero altre risorse sicuramente libere per poter dare fiato alle realtà più in difficoltà a seguito della chiusura invernale.
Sicuramente nulla di eclatante, ma sarebbero bastate alcune semplici misure volte a stanziare principalmente risorse a favore di quelle attività che non hanno per nulla aperto, a chi si trovava (e trova) senza un lavoro (e senza alcun ammortizzatore sociale a supporto) ed un parte a favore di strumenti a sostegno della liquidità delle imprese (sul modello delle leggi regionali 4 e 5, ad esempio).
Ma nulla di tutto ciò è stato fatto e occorre, oggi, aspettare il mese di aprile per vedere qualcosa di concreto. Il fattore tempo è quanto mai fondamentale soprattutto quando si parla di situazioni di difficoltà, di prossima crisi. Una priorità, quella della programmazione, che ci saremmo aspettati da un Governo che tra i propri presupposti di nascita aveva quello del “aver voluto fare in fretta” perché c’era l’emergenza Covid-19.