Intervento al Consiglio regionale del 17 aprile 2020

Intervento al Consiglio regionale del 17 aprile 2020

Intervento al Consiglio regionale del 17 aprile 2020 150 150 Stefano Aggravi
Carissimi colleghi, buongiorno!

Permettetemi prima di tutto di ringraziare i membri della Seconda Commissione consiliare che con il sottoscritto hanno lavorato in questi  ultimi periodi a questo testo di Legge, senza non poche insidie e difficoltà. Non è stato facile, sia perché l’isolamento ha portato un nuovo modello di lavoro “a distanza” che per molti è una novità, sia perché in alcuni casi il supporto tecnico richiesto è apparso, vuoi per la situazione, vuoi per altro, pressoché tratteggiato e fin troppo incentrato su di una modalità di lavoro che oggi non ha davvero più senso! Ma su questo tornerò.

Il punto di partenza (e permettetemi anche di ringraziare tutti voi colleghi Consiglieri) è stato l’apporto che ogni gruppo consiliare, ogni collega ha presentato all’attenzione della Commissione. Da questo, vi è stato un lavoro di affinamento, parieristica, osservazioni, trattative (perché qualcuno qui si è comunque dimenticato, almeno a parole, che la situazione non ci ha portato via certi usi e costumi, perché grazie a Dio siamo ancora in democrazia) che nel bene e nel male hanno generato un testo del “peso” di 25 milioni di euro. 

Si sarebbe sicuramente potuto e dovuto fare di più, ma come mi ha gentilmente suggerito in questi giorni una collega, De Gaulle diceva: 

Je préfère prendre des décisions imparfaites, plutôt que d’être constamment à la recherche de décisions parfaites que l’on ne trouvera jamais”

E così è stato, perché il momento lo chiedeva e perché abbiamo ritenuto opportuno non rimandare una reale risposta, ancorché imperfetta, a favore di imprese, famiglie e singoli ad un piano B (magari su giugno) .

Oggi non è il momento della polemica, come non lo è stato (almeno per me) il lavoro in Commissione. Ma sia chiaro che questo non vuol dire che siamo addormentati in una melassa di futile collaborazionismo. Anzi siamo stati responsabili, abbiamo lavorato e contribuito attivamente ad un risultato. Ma la guardia è sempre alta e non la abbasseremo perché Finaosta, ICV, gestione dell’emergenza epidemiologica, corsi OSS(S), deliberazioni di “ordinaria amministrazione” sono da noi monitorate ed analizzate costantemente.

Non entrerò nel dettaglio della Legge perché lo ha già fatto il collega Presidente di Commissione. Intendo invece porre alla vostra attenzione quello che (a mio modesto giudizio) dovremo fare, nei prossimi interventi. 

Senza dubbio da qui alla grande variazione di bilancio del post approvazione del Rendiconto 2019 (che gran peccato vedere che ancora una volta gli amici del Sud Tyrol ci insegnano ad essere furbi a Roma..) dobbiamo lavorare (da domani) ad un intervento legislativo utile a definire tutta una serie di proroghe tecniche utili ad evitare che l’isolamento metta ulteriormente in ginocchio il sistema (penso ai titoli abitativi, ai permessi, appalti, etc.) ed ad una legge dedicata alla questione sanitaria che stanzi risorse e definisca indirizzi à la une anche a fronte delle tante proposte già depositate da tutti noi. 

E’ ovvio che vi è una necessità per poter far tutto ciò.

Signori del Governo, mi rivolgo a voi, spero che la collaborazione e la disponibilità di avere le informazioni in Commissione questa volta ci siano (credetemi che se si può fare di più). Perché in questo momento (e lo ridico) tutti dobbiamo lavorare alla pari. Un vostro intervento di moral suasion (positiva) sugli uffici è importante, perché davvero il percorso di definizione della Legge 56 è stato duro!

Abbiamo davanti a noi la possibilità di definire poi un potente intervento gestendo un avanzo di amministrazione di più di 120 milioni di euro, una cifra importante che andrà destinata ad interventi che permetteranno di rafforzare le misure di protezione sociale, del passato recente, e supportate il riavvio delle attività. 

La prima fase credo debba essere quella del rifinanziamento e perfezionamento delle misure che già oggi sono contenute in questa Legge, penso ai fondi di credito e garanzia, alle misure una tantum che dovranno coprire l’ulteriore periodo di lock down, la misura sugli affitti (anche d’azienda) e sull’integrazione della cassa integrazione. Per le famiglie dovremo fare di più, non guardando tanto ai singoli componenti ma ai nuclei, questo è un aspetto che va migliorato. 

La seconda fase dovrà identificare quegli interventi più strutturali che dovranno permettere alle nostre imprese di riattivarsi ed adeguarsi alle necessità del mercato (che subirà pesanti trasformazioni), ma anche a quello che ci riserveranno le disposizioni sanitarie della fase di riapertura. Qui, e qui sì, possiamo anche parlare di fondo perso. Investimenti utili alla ripartenza dovranno essere supportati adeguatamente. Ma per favore e lo dico anche a chi silente ha seguito il lavoro della Commissione e poi è sbucato fuori quale campione dell’indennizzo per tutti. Io capisco benissimo che si voglia cavalcare il momento, ma, e perdonate il realismo, non è più tempo di dare false aspettative a chi già si trova in difficoltà e dovrà decidere se e come proseguire. Non fingiamo che l’emergenza giustifichi tutto (aiuti di stato, finanziamento indiretto, numeri mancanti, basi di calcolo oggetto di stima, etc.). NO! Chi fa impresa è stufo di false promesse, io preferisco dire chiaramente come stanno le cose. Perché promettere cifre di ritorno sul “fatturato” o sui “costi passati”. Da un lato mi si spieghi come si intende gestire l’eventuale misura, dall’altro parliamo di cifre. 

10.500 imprese per un fatturato perso di 200 milioni? Vogliamo parametrare un fondo perso al 40%? Stiamo dicendo 7.619 euro a codice fiscale? O vogliamo riversare a pioggia 80 / 90 milioni di avanzo su di una comunità che chiede serietà e lungimiranza? L’economia programmata di un tempo non vi piace più? Questa querelle non ha senso (pensate che a me piacerebbe tanto emettere i VDA-Bond per sostenere la ripresa.. ne parliamo?) e ripeto dare false aspettative a chi deve capire come organizzarsi per attutire l’impatto violento di questa serrata e ripartire, non aiuta nessuno.

Servono due “D” nella seconda fase: defiscalizzare, de-burocratizzare. 

Con un ordine del giorno firmato con altri colleghi abbiamo fatto una prima proposta di defiscalizzazione. 

Proponiamo sì una interlocuzione con il governo romano, ma crediamo che aver dato una prima seria proposta di come pensiamo di diminuire le imposte definendo un periodo di BIANCO FISCALE = [[(imposte+tributi)/365] x (giorni di chiusura+60giorni)], possa rappresentare la modalità con cui intendiamo abbattere il carico fiscale sulle nostre imprese per generare valore e liquidità aziendale utile subito. Sicuramente, come lo abbiamo già ribadito, si dovrà studiare sin da subito il modo di manovrare quello stramaledetto extra-gettito IMU per dare fiato alla categoria D oggi in forte difficoltà (e non soltanto). 

Ma questo momento deve anche insegnarci una volta per tutte, che la tecnologia non è bella soltanto quando ci facciamo i selfie (come diceva il collega Viérin), ma anche quando accorcia i tempi e limita i costi della tassa silenziosa chiamata burocrazia. Ecco un altro punto su cui abbiamo vigilato, il bando affitti. Lo abbiamo detto in Commissione, se c’è tecnologia, perché prevedere le code allo sportello? Poi in questo momento?

I prossimi tempi ci porteranno anche a fare un robusto tagliando alla nostra partecipata IN.VA. perché dovrà davvero diventare l’informatica pubblica valdostana. E lo proveremo già nell’attuazione della maggior parte delle misure contenute nella presente Legge. Non faremo un atto di fede, perché la liquidazione di queste misure non può aspettare.

Ma ci sono altre due misure che ritengo debbano avere una posizione prioritaria nei nostri programmi. 

Una a favore dell’occupazione, nuova o mantenuta. Attiviamo una misura strutturale che alleggerisca significativamente il costo del lavoro delle nostre imprese. “Tu impresa assumi”, “tu impresa non licenzi” e noi ti sosteniamo nel costo del tuo personale sino a superare questo momento. Ci sarà tempo per andare nel dettaglio. 

L’altra a favore della dimensione e della collaborazione delle nostre realtà. Penso soprattutto al settore agricolo o di piccola manifattura, al ciclo del fresco, al km zero. Dobbiamo prevedere una misura che aiuti accorpamenti di aziende, reti di imprese, che permettano di generare economicità sui costi di produzione, trasporto e vendita chiedendo al contempo ai nostri operatori di comprare, mangiare e vendere valdostano. I momenti di crisi necessitano di “dazi morali” (non possiamo ancora stabilirne di economici) perché occorrerà sempre più differenziare l’offerta rispetto ad una nuova domanda forse fatta più da provenienza di prossimità o più lontana ma che cercheranno sempre maggiormente il particolare. Noi dovremo rafforzare il nostro particolarismo. 

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma i lavori sono ancora lunghi ed è bene ottimizzare i tempi. 

In conclusione, il sottoscritto e la mia Squadra abbiamo lavorato con serietà e la responsabilità del momento. Così continueremo a fare, mantenendo la guardia alta perché non si verifichino sornione fughe in avanti sfruttando il momento… e qualcuna l’abbiamo già vista.